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ADRENOLEUCODISTROFIA CEREBRALE, SPERANZE DALLA TERAPIA GENICA
Associazione specifica per l’Adrenoleucodistrofia:
L’Adrenoleucodistrofia (ALD) è la malattia perossisomiale più frequente nella popolazione mondiale con differenza di incidenza e prevalenza nei vari riflessi anche economici.
E’ una malattia ereditaria X-linked (collegata al cromosoma X), caratterizzata da una progressiva demielinizzazione cerebrale e atrofia delle ghiandole surrenali: il difetto biochimico provoca un indebolimento della capacità di degradare gli acidi grassi a catena molto lunga (VLCFA) che risultano aumentati nel plasma e accumulati nei tessuti, danneggiando la mielina a causa di un effetto tossico diretto. In alcuni soggetti con livelli elevati di VLCFA, i sintomi sono lievi o assenti, in altri la malattia può progredire.
La malattia può manifestarsi fenotipicamente in modo molto variabile anche all’interno di una stessa famiglia. Sono colpite tutte le razze, con un’incidenza stimata 1:20.000-1:25.000 maschi.
Il gene è stato localizzato sul cromosoma X nel segmento q28.
Ne sono state descritte forme differenti sulla base dell’età di esordio e delle caratteristiche cliniche.
Colpiscono solo i maschi:
ALD Infantile, con sintomi neurologici che si manifestano in genere tra i 3 e i 12 anni. E’ la più comune (80% dei casi) ed è un disordine rapidamente progressivo che porta allo stato vegetativo entro pochissimi anni, fino alla morte.
ALD Adolescenziale, con sintomi neurologici (a progressione più lenta) dopo la pubertà, ma prima dei 20 anni.
Forma per adulto, con sintomi neurologici (a progressione più lenta) dopo i 20 anni.
AMN (Adrenomieloneuropatia), con sintomi neurologici tra i 21 e i 45 anni, in cui sono coinvolti principalmente il midollo spinale e il nervo periferico.
Addison only, con iposurrenalismo, senza alterazioni neurologiche.
Colpisce entrambi i sessi:
LD Neonatale, a trasmissione autosomica recessiva.
Nell’ALD, le manifestazioni neurologiche comprendono iperattività, labilità emotiva, alterazione della vista e dell’udito, astenia, atassia, convulsioni. La progressione verso uno stato vegetativo avviene, generalmente, in 1-4 anni e il decesso, in un arco di tempo variabile da circa 1 a 11 anni. L’insufficienza surrenalica è presente nell’85% dei casi e più spesso segue l’interessamento neurologico. La Tomografia Computerizzata (CT) e la Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) evidenziano lesioni della sostanza bianca a livello cerebrale.
Di grande rilievo è la prevenzione da effettuarsi attraverso moderne indagini diagnostiche, che possono consentire una diagnosi precoce.
Al riguardo delle terapie:
Nei casi d’insufficienza surrenalica: terapia sostitutiva.
Le terapie delle manifestazioni neurologiche sono sintomatiche e di supporto.
Dieta a basso contenuto di VLCFA con aggiunta di olio glicerol-trioleato e glicerol-trierucato (“Olio di Lorenzo”). E’ in grado di normalizzare i livelli di VLCFA saturi, ma sembra che non determini un arresto o rallentamento del danno neurologico.
In casi selezionati, con danno neurologico in fase iniziale, è stato tentato il trapianto di midollo osseo.
“Lovastatina” in grado di abbassare il colesterolo e di conseguenza gli acidi grassi VLCFA.
Altri studi e sperimentazioni (ad es. IGF1) sono in corso. Tuttavia, la speranza definitiva è nella ricerca e cura genetica.
Spesso, un trauma, un evento traumatico, può innescare una malattia (come l’ALD), che è latente, che può anche svilupparsi e presentarsi in modo drammatico.